Catalessi morte apparente: casi clinici o leggendari?
13 Aprile 2022
La catalessi, popolarmente nota anche come morte apparente, è una condizione neuropsichiatrica nella quale il paziente si trova in uno stato di rigidità totale, mantiene gli occhi chiusi, non risponde ai richiami e non reagisce agli stimoli; la contrazione volontaria dei muscoli è assente e la coscienza è sospesa o crepuscolare. La condizione della catalessi, che può essere un sintomo frequente dell’epilessia, della schizofrenia o di lesioni del cervelletto, è stata popolarmente associata alla morte apparente in quanto il paziente catalettico non reagisce a nessuno stimolo, a volte è difficile persino percepire il ritmo cardiaco e per questo motivo potrebbe essere facilmente scambiato per deceduto con tutte le conseguenze del caso, come la disposizione dell’autopsia o del funerale.
Esistono veri casi di morte apparente?
Vi sarà sicuramente capitato di leggere notizie di persone che parevano morte e che poi si sono risvegliate in obitorio, oppure dentro la bara poco prima del loro funerale. Sono storie che possono sembrare leggende metropolitane ma in realtà sono documentate un po’ in tutto il mondo. Sebbene sia difficile capire dove finisce la verità e dove inizia la leggenda, basta fare una piccola ricerca sul web per imbattersi in diverse storie, alcune anche italiane. Una risale all’agosto del 1999, a Trieste, quando una sessantenne che aveva tentato il suicidio con un cocktail di farmaci fu dichiarata morta. Si svegliò quando la scientifica cominciò i rilievi sul presunto cadavere, rimase in terapia intensiva una settimana per poi svegliarsi. Un altro caso riguarda una trentenne brasiliana dichiarata morta dopo un brutto incidente nei pressi di Torino. Dichiarata morta, riprese conoscenza proprio mentre i necrofori stavano portando via il corpo. Infine, abbiamo trovato la storia di un 70enne messinese che nel 2020 fu trovato privo di conoscenza nella sua casa. Dichiarato morto dalle forze dell’ordine, si svegliò poche ore dopo durante la visita del medico legale, che si accorse che l’anziano era ancora in vita in quanto gli strinse con forza la mano.
Morte apparente, quanto può durare
Sebbene vi capiterà di leggere storie di persone che sono “tornate in vita”, una settimana dopo essere state considerate morte, la verità è che la catalessi, o morte apparente o sindrome di Lazzaro, per la scienza ha un preciso limite temporale. Se, da un punto di vista medico-legale, c’è il sospetto che possa trattarsi di morte apparente, oppure nei casi in cui non vi sia sicurezza del decesso, occorre aspettare 48 ore di osservazione prima di dichiarare con sicurezza il decesso. Secondo la medicina infatti, dopo 48 ore la morte non può più essere considerata apparente e si deve procedere accertando il decesso a tutti gli effetti. Il tema della morte apparente spaventa molte persone che hanno sviluppato la paura di essere sepolti vivi. Questa particolare fobia prende il nome di tafofobia e sembra essere abbastanza rara, più che altro simile a una forma estrema di claustrofobia. È stato inoltre notato che questa paura riguarda persone anziane che, nella loro giovinezza, sono state colpite da racconti sul fenomeno della morte apparente e per questo motivo la tafofobia non sembra avere un particolare interesse clinico.
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