Funerale rito ebraico, ecco cosa prevede
2 Febbraio 2022
Ogni funerale religioso ha le sue particolarità dettate dalle tradizioni di un popolo e dai precetti della religione. Lo stesso vale per il funerale di rito ebraico, che può cambiare anche a seconda della comunità a cui si appartiene: ortodossa, conservatrice o riformata. Nella Torà scritta non c’è alcuna prescrizione precisa sui riti funebri ebraici, anche se è evidente l’importanza di seppellire il corpo dopo la morte, sono stati gli insegnamenti dei maestri successivi a formare un corpus di riti funebri che oggi hanno creato la tradizione funebre del popolo d’Israele. Per gli Ebrei il funerale ha due scopi: mostrare rispetto per il defunto e dare conforto ai familiari che restano in vita.
Come si svolge il funerale ebraico
Quando una persona muore, chi gli sta accanto deve chiudergli gli occhi, posizionare il corpo sul pavimento e coprirlo con un lenzuolo per poi recitare una preghiera di benedizione. I familiari stretti si strappano un pezzetto dei vestiti per mostrare il loro dolore e il defunto non dovrà mai essere lasciato solo ma i familiari dovranno vegliarlo. Il defunto viene vestito con un semplice abito di cotone bianco e, se in vita aveva indossato lo scialle tradizionale utilizzato per pregare (il tallit), sarà avvolto con quest’ultimo al momento di chiudere la bara. La tradizione ebraica vieta ogni altro tipo di vestizione, non è permesso utilizzare per il defunto il trucco cosmetico o l’imbalsamazione. Il defunto non viene esibito per evitare qualsivoglia forma di idolatria o venerazione. Tra il momento della morte e il seppellimento non deve passare molto tempo e tutto il rituale funebre generalmente si conclude nel giro di 24 ore, a meno che non ci siano ragioni importanti per prendere tempo, come questioni organizzative che riguardano il funerale o per attendere l’arrivo di familiari che vivono lontani. Il funerale non si svolge nella Sinagoga, come avviene nella religione cristiana, ma si celebra direttamente al cimitero alla presenza del rabbino che celebra una breve funzione.
Il lutto nel funerale ebraico
Al momento di portare il feretro al cimitero, si può organizzare un corteo funebre nel quale parenti e amici seguono il feretro per un tratto di strada, e poi assistono al seppellimento collaborando fisicamente a coprirlo di terra. Durante questi momenti si possono fare letture e canti vari a seconda degli usi. Una volta che il defunto è stato seppellito inizia per i familiari il periodo dei giorni del lutto. I familiari stretti non possono mangiare carne e bere vini, non concorrono a formare il minian (quorum di dieci ebrei per la preghiera pubblica ebraica) e sono esentati nei giorni feriali dalle mizvot (precetti) positive dalle berakot (benedizioni) e dalle tefillot (recitazione di testi eucologici). Il periodo di lutto (aveluth) dura sette giorni nei quali è vietato lavorare, studiare (anche la Torà), uscire di casa se non per motivi indispensabili. Trascorsi sette giorni di lutto rigoroso, non si possono tagliare la barba e i capelli per un mese, e sempre nel caso di pare parenti stretti bisogna recitare il Kaddish ogni giorno.
Gli ebrei possono essere cremati?
La religione ebraica prevede un solo tipo di sepoltura, cioè quella per inumazione del corpo in terra. Il corpo dell’uomo è destinato a decomporsi e il rito funebre serve a favorire questo passaggio alla terra, utilizzando un rituale semplice che facilita tale processo naturale. Gli ebrei quindi non possono essere cremati e neanche tumulati. Sebbene infatti in tempi più antichi fosse comune seppellire i morti anche all’interno di grotte, in tempi più recenti l’unica accettata fra gli ebrei ortodossi è quella della inumazione del corpo.
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