Perché si dice a babbo morto?
26 Gennaio 2022
Vi sarà sicuramente capitato di sentire dire le espressioni “pagare a babbo morto”, “dare i soldi a babbo morto”, “restituire a babbo morto”, “prendere soldi a babbo morto”. Questa particolare espressione avverbiale, a babbo morto, ha le sue origini da una pratica molto diffusa nell’antichità: gli usurai prestavano somme di denaro a giovani senza troppe sostanze e questi ultimi, essendo in condizioni economiche disastrose, affermavano che avrebbero restituito la somma soltanto dopo la morte del padre, dopo aver ricevuto l’eredità. È per questo motivo che quando si dice “a babbo morto”, ci si riferisce al fatto che il debito di denaro sarà saldato in tempi molto lunghi, ed è per questo che scherzosamente l’espressione adesso indica addirittura un prestito a fondo perduto. Nel linguaggio comune, quando si dice “a babbo morto” si vuole intendere che chi ha prestato il denaro rischia di rivedere i suoi soldi dopo molto tempo, e forse di non rivederli mai più.
A babbo morto: origine di questo modo di dire
Il detto ha origine in Toscana, e secondo l’Accademia della Crusca lo si capisce anche dal fatto che viene utilizzata la parola babbo per indicare il padre, termine che ancora oggi in Toscana è molto diffuso. Il detto però si è diffuso anche in altre parti d’Italia ed è comunemente usato nel linguaggio comune ma anche nei quotidiani. Sempre l’Accademia della Crusca ci ricorda che durante la campagna elettorale del 2006, in occasione delle elezioni politiche, sui maggiori quotidiani nazionali compariva spesso l’espressione “a babbo morto” in quanto i vari schieramenti utilizzarono frequentemente questa locuzione con il significato di “a urne ormai chiuse”.
A babbo morto, sinonimo
Sempre in Toscana, l’uso del modo di dire “a babbo morto” in alcune occasioni si allontana dal significato originario. Se questa espressione avverbiale si usa ad esempio nel modo più semplice, acquista la sfumatura particolare di fare le cose svogliatamente, con un certo senso di indolenza, senza metterci nessun impegno, come nell’espressione “non startene lì a babbo morto”. In alcuni casi, questo modo di dire può anche indicare noncuranza, nel caso ci si riferisca a qualcuno che sta facendo una cosa importante ma senza prestare particolare attenzione, un po’ a caso, senza pensarci troppo. Infine con l’espressione “ a babbo morto” ci si può riferire anche a un gesto o a un comportamento fatto d’impulso, messo in atto senza riflettere.
A babbo morto Zerocalcare, spiegazione
Più di recente l’espressione “a babbo morto” è tornata a farsi sentire grazie al fumettista romano Zerocalcare che, in occasione del Natale 2020, ha pubblicato il volume intitolato “A babbo morto” edito da Bao Publishing. Il fumetto, ottanta pagine, è una grande metafora dei temi dello sfruttamento sociale e lavorativo dei nostri tempi, raccontato attraverso lo sguardo degli elfi del villaggio di Babbo Natale, che nel racconto poveri lavoratori sfruttati e sottopagati dell’azienda di Babbo Natale, la Klaus Inc. Nel fumetto non mancano anche riferimenti, neanche troppo velati, alla politica dei nostri giorni e agli eventi del G8 di Genova.
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