Come superare un lutto improvviso
27 Febbraio 2017
La perdita di una persona che amiamo è di per sé l’evento più tragico che possa esistere nella nostra vita. La perdita improvvisa è ulteriormente più difficile da superare.
Questo perché non abbiamo la possibilità di prepararci al lutto, a non avere più attorno quella persona, a non poter più parlarci, a non passare del tempo con lei. Insomma a viverla.
Abituarsi alla morte di qualcuno è molto diverso che subirla improvvisamente, il trauma che ne deriva ci stordisce, arriva come uno schiaffo o un pugno nello stomaco.
L’errore più grave che possiamo fare è mettere il nostro dolore sotto il tappeto, non viverlo e buttarci a capofitto nella vita, trovandoci continue cose da fare per evitare di pensare. Il nostro lutto va vissuto, elaborato e metabolizzato.
C’è una netta distinzione tra lutto ed elaborazione del lutto. Il lutto è la risposta immediata e naturale a una perdita. Non si può controllare l’intensità del dolore. L’elaborazione del lutto è un processo molto più lungo, che mette in contatto l’individuo con lo stress provocato dalla perdita e lo pone davanti l’assenza di quella persona nella vita di tutti i giorni. Il primo è un processo immediato, il secondo è decisamente frutto del tempo.
Quello che capita più spesso è rimanere così traumatizzati dall’assenza improvvisa della persona cara, da non accettarne a livello conscio la perdita e far finta quasi di niente. E’ sbagliato allo stesso tempo eliminare tutti gli oggetti che ci ricordano questa persona, perché sarebbe come negarne l’esistenza e di conseguenza non credere alla sua dipartita. Ognuno ha il diritto di soffrire, indipendentemente dal motivo. Non temiamo di piangere.
E’ ugualmente normale non versare delle lacrime istantaneamente perché il trauma a volte ci blocca e non fa elaborare il dolore come dovrebbe. E’ come se il nostro cervello non riuscisse ad avere il tempo di accettare il passaggio di quella persona da viva a morta; è assolutamente normale. Quando però si sommano incredulità o insensibilità, difficoltà ad evocare ricordi positivi, amarezza o rabbia per la perdita, sentimenti di colpa, evitamento dei ricordi legati alla morte, difficoltà a confidarsi, desiderio di morte come ricongiungimento con il defunto, percezione di solitudine o distacco da parte degli altri, sentimenti di vuoto, confusione circa il proprio ruolo senza la presenza del defunto, difficoltà a perseguire i propri interessi o relazioni sociali, la questione diventa più complessa. Questi fenomeni possono certamente verificarsi in tutta normalità durante il dolore acuto, la sofferenza che segue un lutto è del tutto normale e fisiologica, non serve sempre ricorrere ad uno specialista. Il ricorso ad un trattamento diventa però fondamentale di fronte ad una perdita che diventa patologica, complicata e come abbiamo detto caratterizzata da una sofferenza di maggiore intensità e durata nel tempo.
Infine è fondamentale trovare una connessione duratura con la persona morta, mentre però andiamo avanti con la nostra vita. In altre parole, dobbiamo mantenere vivo il ricordo della persona amata e contemporaneamente ricominciare a vivere nuove esperienze.
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