Che succede alla successione del coniuge quando si è senza figli?
4 Dicembre 2018
L’eredità di un defunto non sempre deve essere suddivisa tra i suoi figli. Non è infrequente che, ad esempio, muoia il coniuge di una coppia senza figli e in questo caso la legge stabilisce alcuni criteri da seguire. I criteri valgono sia in assenza che in presenza di testamento.
Secondo quanto dice l’articolo 583 del Codice Civile, se il coniuge morto non lascia alcun figlio e non ci sono altri congiunti, il coniuge vivo ha diritto a ricevere il 100% dell’eredità rimasta. Se esistono altri parenti in vita del defunto, come fratelli, genitori o altri parenti, il coniuge eredita il 66,6% del patrimonio mentre il resto, equivalente al 33,3%, verrà distribuito tra tutti gli altri parenti. Se ad esempio il defunto aveva tre fratelli, ad ognuno di loro spetterà un terzo di quel 33,3%.
Il coniuge vivo, oltre alla percentuale di eredità stabilita dalla legge, ha diritto anche all’uso della cosiddetta “casa coniugale” cioè dell’abitazione nella quale i due coniugi convivevano e all’utilizzo dei mobili e dei beni che fanno parte dell’arredamento in questa casa. Nel caso in cui la casa coniugale fosse l’unico bene del defunto, il coniuge vivo avrebbe diritto a tutta la casa come abitazione, e non soltanto ai 2/3 della stessa. Ma essendo la casa l’unico bene di proprietà del defunto, quest’ultima sarà considerata in comproprietà con gli altri parenti del defunto. A questo punto si potrebbe anche decidere di procedere alla vendita, suddividendo i ricavi tra gli eredi nelle percentuali stabilite dalla legge.
In assenza dei figli, la legge stabilisce che possano entrare nell’asse ereditario i parenti entro il sesto grado, dunque anche i genitori, i fratelli, i nipoti o altri ascendenti. Non si può però andare oltre il sesto grado, in questo caso infatti l’eredità viene devoluta automaticamente allo Stato.
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